Sei un neogenitore e sei in dubbio se salare o meno la pappa di tuo figlio? I dottori e i pediatri arrivano in soccorso a spiegarti esattamente quello che devi fare, per non andare in panico.
Quando si è genitori per la prima volta è normale avere dubbi su qualsiasi cosa riguardi il bambino. Si tratta di un compito estremamente complicato e che nessuno può davvero insegnare. Ci si ritrova con una nuova vita tra le braccia senza magari sapere bene come comportarsi. Per fortuna abbiamo il supporto dei nostri partner e dei nostri affetti ma anche dei pediatri, a cui bisogna sempre rivolgersi per avere consigli utili e preziosi.
Un campo particolarmente ostico è quello dell’alimentazione. Soprattutto quando abbiamo figli molto molto piccoli, appena svezzati è importante trattare bene il loro delicato apparato digerente e dare loro tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Siete al cento per cento responsabili di quello che date loro da mangiare e questo può generare dubbi, ansie e preoccupazioni. Ad esempio, il sale nelle pappe va messo oppure no?
La risposta rapida a questa domanda è: no, non va messo. Una delle indicazioni che il pediatra di fiducia vi darà sarà infatti proprio quella di non aggiungere sale alle pappe dopo lo svezzamento del bambino. Questo consiglio riguarda, appunto, i primi pasti dei nostri bimbi, ancora semi liquidi. Cosa succede quando iniziano a mangiare pappe più solide? E quand diventano abbastanza grandi da masticare e digerire gli alimenti degli adulti?
Il fatto che il sale eccessivo non faccia bene a nessuno è cosa nota. Nemmeno gli adulti, infatti, dovrebbero eccedere nel consumo di sale ma questo non significa che non serva per niente all’organismo. Mentre stiamo svezzando il bambino e vogliamo aggiungere un pizzico di sale, è bene scegliere quello iodato perché è questo elemento, lo iodio, ad essere benefico per l’organismo, anche dei più piccoli.
Ma si può aggiungere soltanto dopo i primi nove mesi di vita. Questo perché prima i loro piccoli reni non sono abbastanza sviluppati per poter filtrare i cristalli di sale e rischieremmo di appesantirli in maniera anche grave. In seguito potete iniziare ad introdurre qualche grammi al giorno, massimo 2, aumentando man man che il bimbo diventa più grande. È intorno ai 7 anni che l’alimentazione del bambino può essere come quella di un adulto da questo punto di vista.
Questo vale anche per le pastine, che sono molto utili dopo le prime settimane di svezzamento, ma che non possono essere salate prima dei nove mesi. E allo stesso modo non andrà aggiunto a brodini, zuppe e cremeMa come rendere più saporiti i piatti dei nostri bimbi senza usare il sale? Si possono utilizzare erbe aromatiche e spezie, persino aglio e cipolla, in modo da non rinunciare al gusto.
Appurato che il sale nelle pappe non va messo prima dei nove mesi, cosa preparare durante e subito dopo lo svezzamento? Il passaggio dall’alimentazione a base di latte materno ai cibi solidi avviene intorno ai 6 mesi di vita del bimbo ma può durare fino ad un anno. Una delle ricette base, pratiche e che aiuterà vostro figlio ad approcciarsi con consistenze e sapori diversi è quella del brodo di verdure, naturalmente fatto da voi. Fino a sei mesi potete prepararlo con carote e patate aggiungendo poi un ingrediente in più ogni 15 o 20 giorni: zucchine, finocchi, sedano, cipolla, broccoli e poi tutte le verdure.
A sette mesi potete passare al brodo di pollo, poi i legumi e l’uovo soltanto a circa 10 mesi. Arrivato a 12 mesi, vostro figlio può mangiare praticamente tutto dal latte vaccino, all’uovo cotto, fino alla frutta più rischiosa come il kiwi, le fragole e l’ananas, passando per la pasta all’uovo e il miele. Chiedete sempre consiglio al vostro pediatra di fiducia, che vi saprà dire esattamente quello che fa al caso vostro e di vostro figlio.
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