La stagione fredda ci obbliga a nuove abitudini, anche per quanto riguarda la conservazione degli alimenti. Se avete dubbi su dove sia meglio tenere la frutta in inverno, ecco tutte le risposte che state cercando.
L’inverno non è certo la stagione migliore per quanto riguarda i prodotti offerti dalla natura. Specialmente quando si tratta di frutta e verdura, la varietà non è paragonabile a quella di cui disponiamo d’estate. Ma non per questo la stagione più fredda non regala comunque ottimi alimenti da inserire nella nostra dieta sana e bilanciata, ricca di tutti gli elementi necessari. Tra novembre e febbraio, infatti, si possono trovare limoni, clementine, mandarini, pompelmi, arance rosse, mele, pere e kiwi.
Ma se abbiamo fatto scorta dal fruttivendolo e siamo certi che tutta questa frutta non verrà consumata subito, come conservarla? Nel periodo più caldo non ci sono molti dubbi: va messa in frigorifero per evitare il suo veloce deperimento e mantenerla più a lungo. Ma quando la temperatura esterna è molto più bassa, cosa è meglio fare? Ecco tutte le informazioni utili.
In inverno il cibo come va conservato?
In questi termini, la stagione fredda regala dei vantaggi: alcuni cibi, infatti, possono essere benissimo conservati fuori dal frigo e conservare meglio il sapore e la qualità. Vi sono alcune regole generali e poi informazioni utili da considerare per casi singoli e specifici. Quello che è certo è che carne e pesce vanno messe rigorosamente in frigo, in un ripiano basso e devono comunque essere consumati entro tre giorni. Latte, uova e derivati preferiscono le temperature basse, intorno ai 6 gradi, quindi possono essere posizioni negli scomparti sulla porta. La stessa cosa non si può dire per frutta e verdura, perché la casistica è molto più variegata.
Ad esempio, vi sono alcuni ortaggi e frutti che sicuramente vanno mantenuti fuori dal frigo, perché preferiscono temperature più alte. Si tratta di basilico, patate, pomodoro, zucca, banane, mele e arance. E la stessa cosa vale anche per altri alimenti come cioccolato, caffè e pane. Allora come fare se non vanno messi in frigorifero?
Le patate, per esempio, vanno conservate in un luogo fresco – ma non freddo – al riparo dall’umido, così come i pomodori. Se metteste questo frutto in frigo, infatti, perderebbe completamente sapore e colore. La zucca deve stare in un luogo ventilato e asciutto come una cantina, in questo modo durerà più a lungo. Allo stesso modo le banane e le mele possono rimanere a temperatura ambiente, ancora meglio all’aria aperta in modo che possano maturare lentamente senza marcire subito. Dovete anche considerare che le basse temperature alterano i nutrienti presenti nei cibi e questo non solo neutralizza il loro gusto, ma anche tutte le proprietà benefiche che possono avere sull’organismo.
Qual è la migliore frutta invernale?
Per un regime alimentare sano e completo, preferibilmente mediterraneo, è importante seguire il ritmo della natura e consumare, ad esempio, frutta e verdura di stagione. Oggi spesso questo non si fa più e nei supermercati si trovano gli stessi prodotti tutto l’anno. Tutti i nutrizionisti, i dietologi e i dottori del mondo, tuttavia, vi diranno quanto sarebbe meglio se iniziasse a consumare frutti e ortaggi stagionali, per il vostro benessere.
La stagione invernale è entrata nel pieno e quali prodotti possiamo comprare? La stagione fredda è in realtà ricca di prelibatezze dell’orto, contrariamente a quanto si possa pensare. Le verdure disponibili sono cavoli di qualsiasi varietà (dai cavoletti di Bruxelles ai broccoli), ortaggi e radici come carote, rape, ravanelli, topinambur, patate e barbabietole, zucche e zucchine, spinaci, sedano, lattuga, catalogna, coste ed erbette, cipolla e porro. Vi sono tantissime ricette che potete fare con queste delizie!
Anche per quanto riguarda la frutta, l’inverno ci regala tante sorprese, anche se in minore varietà rispetto all’estate. Tanti agrumi come limone, clementine, arance, pompelmi, ma anche mele, pere, kiwi. Evitate per quanto possibile i frutti esotici come ananas, papaia, avocado e mango: l’impatto ambientale è fortissimo e non sono affatto prodotti locali, dato che necessitano l’importazione.