La gravidanza è scandita da una serie interminabile di controlli ed esami che si ripetono quasi settimanalmente. Alcuni hanno dei costi esorbitanti, altri sono più accessibili, ma è vero che si può procedere senza spendere un centesimo?
Oggi decidere di mettere al mondo un bambino è il frutto di una meticolosa riflessione che tiene in considerazione diversi fattori. Il tempo a disposizione dei genitori, la possibilità di essere aiutati dai nonni o meno e la questione economica. Un tempo a lavorare era solo un genitore e le famiglie andavano avanti lo stesso, ma oggi le cose sono profondamente cambiate.
Entrambi i membri della coppia hanno delle esigenze e, dopo anni di sacrifici e di studi non è giusto vanificare il tutto. Una volta nato il bambino molti criteri di valutazione cambiano, ma le questioni legate al denaro no. Quindi è sempre meglio riflettere a lungo su una questione così delicata piuttosto che fare delle scelte con leggerezza. I conti in tasca vanno fatti prima ancora che il bambino arrivi. La gravidanza, infatti, dimostra sin da subito quanto può essere oneroso diventare madri e padri.
Durante le 40 settimane di gestazione, la donna verrà sottoposta a esami e controlli periodici. Iniziamo da quello più importante, la visita dal ginecologo. I costi possono variare a seconda del professionista selezionato, se riceve in studio o in intramoenia, o se si usufruisce di un servizio pubblico come quello dell’ospedale o del consultorio.
Gli altri controlli sono:
La maggior parte di questi possono, ma solo in alcuni casi, essere rimborsati dal sistema o erogati gratuitamente. Alcuni devono essere ripetuti periodicamente ed è necessario aggiungere quelli delle ultime settimane come i tracciati e la visita anestesiologica. Il Dna fetale, che sostituisce il Bi test, non essendo obbligatorio è a carico totale della paziente e i costi variano dai 400 agli 800 euro.
È davvero così costoso affrontare una gravidanza? Dipende. Innanzitutto bisogna decidere se affidarsi sin dall’inizio a una struttura pubblica o privata. Se si seleziona la prima opzione sicuramente i costi si abbattono notevolmente perché il Sistema sanitario, in base anche ad alcuni fattori reddituali, si farà carico delle spese della madre, complessive o solo di una parte.
Molto dipende dalla regione in cui ci si trova perché quello italiano è un sistema pubblico su base regionale. Quando ci si affida a medici privati che lavorano anche in ospedale, le visite saranno a pagamento in base al tariffario del professionista ma la paziente potrà tranquillamente partorire nella struttura pubblica senza dover pagare nulla.
Infine, se il medico lo reputa necessario, potrà rilasciare il certificato di gravidanza a rischio. Le motivazioni che portano a questa scelta dipendono sia dall’andamento della gravidanza che da eventi pregressi della donna. Questo tipo di gravidanza è soggetta a un’esenzione che permette alla partoriente di accedere a titolo quasi del tutto gratuito alla maggior parte dei controlli.
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