Se i tuoi figli si rifiutano di mangiare a tavola con voi, non disperate! Vi basterà mettere in pratica queste semplicissime regole: ecco come fare.
Chi è mamma di bambini particolarmente vivaci sa quanto il momento del pranzo o della cena possa essere problematico. I bimbi non hanno voglia di sedersi a tavola per ore e preferiscono correre per casa mentre voi li inseguite con la forchetta in mano tentando di far mangiare loro qualcosa. Magari vi piacerebbe passare del tempo in famiglia e consumare un pasto in tranquillità senza dovervi stressare ogni volta. Come fare? Non disperate!
Con i bimbi vivaci sembra sempre impossibile trattare, ma la verità è che gli psicologi e gli educatori conoscono tutti i trucchi e i segreti per vivere serenamente e farli crescere meglio. Non serve urlare, minacciare e perdere la voce. Basta seguire alcune regole semplici ma molto efficaci e vedrete che risultati! Riuscirete a far mangiare vostro figlio a tavola anche al prossimo pranzo di Natale, senza quei capricci e quelle scenate che hanno caratterizzato i vostri pasti fino a questo momento.
Questa situazione è molto più comune di quanto possa sembrare. Se vi sentite frustrati e disperati, sappiate che non siete soli. Come voi tantissimi genitori non riescono a trascorrere un pranzo o una cena serenamente con i propri bambini. Mostrarsi arrabbiati e minacciarli è controproducente e può far sviluppare al bambino una vera e propria fobia per il cibo, sfociando il disturbo alimentari che nessuno vorrebbe trasmettere ai propri figli, anche inconsciamente.
La prima cosa da fare, dunque, è riconoscere il problema: ha a che fare con il dover rimanere fermi per troppo tempo o con il cibo in sé? Nel primo caso, potreste trovarvi di fronte ad un caso di iperattività, una condizione molto diffusa ma anche poco riconosciuta nel bambino. In questo caso costringerlo a stare fermo non farà altro che creare stress e disagio in lui.
Rivolgetevi ad uno psicoterapeuta per capire cosa sia meglio fare, se la situazione è grave. Altrimenti, fatelo sfogare, correre, saltare e giocare prima dei pasti. In questo modo arriverà a pranzo o a cena stanco e ci sarà più possibilità che non voglia più alzarsi da tavola. Se il problema, invece, risiede nel cibo in sé, non costringetelo a finire quello che ha nel piatto.
Cercate di capire se si tratta di semplici capricci oppure se il malessere è più profondo. Ma non cedete subito cambiando quello che ha nel piatto o proponendo troppe alternative, in questo modo lo vizierete! Il rifiuto del cibo può essere un grido di aiuto da parte del bimbo, un modo facile di attirare l’attenzione. Pensate alla vostra attuale situazione: ci sono grossi cambiamenti in corso? Sta arrivando un fratellino? Si avvicina l’inizio della scuola?
Il consiglio più importante è quello di evitare assolutamente le punizioni o le promesse: non passate al bambino il messaggio che il cibo sia qualcosa di punitivo, un premio o un mezzo per raggiungere un altro fine come un giocattolo. Il cibo è nutrimento e non deve avere altre implicazioni psicologiche pericolose. I bambini di oggi domani saranno adolescenti e sta a voi crescerli con un rapporto sano con l’alimentazione, in vista di un periodo della vita così delicato e difficile.
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