Prima il dovere e poi il piacere, molti adulti di oggi sono cresciuti secondo questi principi. Ma non tutti la pensano così. Alcune mamme spesso decidono di sacrificare lo sport dei figli a favore dello studio, ma è una posizione corretta?
I figli spesso diventano uno sfogo dei genitori, o meglio la proiezione dei loro sogni infranti e mai realizzati. Molte coppie cercano sempre di crescere i propri figli come un progetto fatto nella loro testa, ma molte volte si esagera perchè non si tiene conto che, il bambino ha bisogno anche dei suoi spazi.
Un po’ la competizione, un po’ il desiderio di vederli realizzati nel mondo del lavoro, fatto sta che alcune mamme mosse da questi sentimenti, e probabilmente da molti altri, spingono i propri figli a uno studio intenso e incessante. Da un lato è un bene perché è giusto trasmettere ai bambini l’importanza di una buona istruzione, ma è giusto sacrificare la vita sociale per il dovere?
L’educazione dei ragazzi passa da scelte soggettive, assunte dalla madre e dal padre, che sono il frutto di una serie infinita di fattori. Il background da cui provengono entrambi, gli obiettivi personali e i desideri che hanno proiettato sui figli sono alcuni di questi. Ma prima di assumere delle posizioni radicali, è sempre bene comprendere che l’equilibrio è la strada giusta per una sana educazione. Va tenuto in considerazione un fattore fondamentale, non tutti i figli sono uguali e i ragazzi hanno delle propensioni naturali che li possono allontanare da quello che la famiglia ha nella propria testa. L’affermazione della personalità di ogni individuo, anche dei più piccoli, andrebbe assecondata nella sua unicità.
Un atteggiamento estremamente diffuso tra le madri dei bambini in fase scolare, è quello di vietare lo sport a favore dei compiti. Insegnare a gestire il tempo iniziando a occuparsi prima delle priorità è un ottimo esercizio, ma eliminare l’attività fisica dalla vita di un ragazzo è una scelta saggia? La risposta comune è negativa, lo sport rappresenta un momento di svago per ogni giovane.
Esistono diversi elementi che influiscono nell’educazione di una persona. La famiglia è il primo gruppo in cui il bambino si trova a entrare in contatto con altri esseri umani; al secondo posto si trova la scuola, un’istituzione che da sempre, e sin dai primissimi anni di vita, gioca un ruolo fondamentale non solo dal punto di vista didattico ma anche relazionale. Infine gli ambienti sportivi aiutano a migliorare la personalità del futuro adulto.
L’attività agevola il giovane ad affermarsi all’interno della società; stabilisce nuove regole e indottrina i bambini a una ferrea disciplina condivisa con altri compagni. Ma non è tutto qua, svolgere un’attività sportiva aiuta i bambini a scaricare le energie accumulate durante il giorno. Anche loro sono sottoposti a stress e così incanalano la negatività verso un’attività costruttiva.
Staccare la spina e prendersi una pausa è un’esigenza che tutti sentono e soprattutto gli adulti conoscono bene, perché sottoporre un bambino a una pressione simile? Infine, va detto che lo sport, soprattutto quello di squadra, porta i giovani a dei livelli di socializzazione ben più alti, colmando le lacune che scuola e famiglia spesso creano. Quindi l’ideale sarebbe trovare un equilibrio tra le due cose, perchè è giusto che ogni bambino abbia la libertà di concedersi un’ora di svago.
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