C’è un momento cruciale che segna la vita dei neo genitori e si presenta quando questi devono decidere se mandare il proprio figlio al nido. Le opinioni in merito all’argomento sono tante e i genitori si ritrovano in balia di una marea di emozioni contrastanti.
Il nido è uno di quegli argomenti che creano divisioni e pensieri divergenti tra coloro che sono favorevoli e coloro che si oppongono. I motivi che spingono a questi contrasti sono differenti e spesso del tutto personali, per questo sarebbe bene prendere con le pinze il parere degli altri. Ma come deve comportarsi una coppia che ha la necessità di tornare al lavoro?
Non tutti hanno la fortuna di poter contare sul sostegno dei nonni, e dopo avere usufruito del periodo di maternità, è necessario prendere alcune decisioni: meglio la babysitter o il nido? La risposta corretta è dipende. Le esigenze delle famiglie non sono tutte le stesse e alcune scelte non possono essere condizionate solo dal fattore economico. L’asilo, soprattutto nei primi anni di vita solitamente rappresenta la risposta a delle esigenze organizzative dei genitori. Il lavoro e gli impegni quotidiani obbligano la coppia a dover affidare temporaneamente il bambino a qualcuno, ma a chi? Coloro che sono favorevoli reputano le strutture scolastiche dedicate ai bambini come delle grandi risorse.
Il distacco dai genitori, dalla madre soprattutto, se gestito in modo corretto non rappresenta un trauma, o meglio non nel senso negativo che un adulto dà a questa parola. È sicuramente una rottura con la routine che mette in campo nuove emozioni e nuove abitudini, una ricchezza per i piccoli di casa. Inizia per i bambini un nuovo percorso di socializzazione e di educazione che, uniti al contesto familiare, arricchiscono la vita del piccolo di nuove esperienze e avventure.
Maggiore autonomia: il bambino ha la possibilità di entrare in contatto con il mondo esterno, un ambiente da cui prendere ispirazione. I genitori non possono rappresentare l’unica fonte da cui prendere spunto. In quest’ottica i vostri figli avranno la possibilità di sperimentare nuove forme di autonomia per affermare la loro personalità.
Coloro che si schierano contro questa scelta credono che mandare al nido i bebè possa rappresentare un pericolo per la loro salute. Tra l’autunno e l’inverno cominciano a circolare i malanni di stagione e le classi delle scuole diventano degli incubatori. È vero, i bambini immessi in un contesto sociale sono più esposti a queste dinamiche, ma è in questo modo che il loro sistema immunitario si rafforza.
Quando si presentano i primi malanni stagionali, i genitori dovrebbero assumere degli atteggiamenti responsabili. Al primo raffreddore sarebbe bene tenere il bambino a casa per qualche giorno. In questo modo si tutela la salute del piccolo e di compagni di classe. Quando questo non avviene, e spesso è così, il contagio è inevitabile e gli alunni, e le maestre, sono destinati a un unico destino, beccarsi l’influenza e restare a casa.
Selezionare una struttura a cui affidare i vostri figli non è semplice, ci si chiede se sia un luogo giusto e soprattutto sicuro. Fiducia è la parola d’ordine. Se è il caso visionate più scuole, pubbliche e private, in modo da potere fare dei paragoni e scegliete quella con il personale più adatto alle vostre esigenze, non solo logistiche, ma anche emotive. Empatia e sensibilità sono degli attributi che tutte le maestre di un nido dovrebbero avere.
Chiedere il parere a coloro che hanno già affrontato quello che state attraversando voi, in questo caso, è fondamentale perché potrebbero arrivare dei consigli fondamentali da genitori che conoscono bene le paure e le ansie tipiche di questa esperienza. Stringete un patto di fiducia e collaborazione insieme alle maestre che si occuperanno dei vostri bambini perché diventeranno delle figure complementari al vostro ruolo. L’obiettivo di genitori, babysitter e nonni deve essere unico: il benessere del bambino.
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