I sussidi una tantum hanno rappresentato uno strumento, più o meno utile, per sostenere i cittadini che negli ultimi anni sono stati colpiti da diverse crisi. Dopo la pubblicazione delle graduatorie dell’Inps è emerso un dato allarmante sul bonus psicologo.
L’inizio di dicembre ha segnato un momento importante per il Bonus psicologo, il sostegno messo a punto dal governo precedente per far fronte alle spese di psicoterapia. Una volta pubblicate le graduatorie è emerso un dato inquietante: la maggior parte delle domande non è stata accolta. Sembra che la percentuale delle richieste negate si aggiri attorno al 90%, un’enormità che rende quasi del tutto nullo il tentativo di dare un aiuto a chi ne ha realmente bisogno.
Il Contributo per sostenere le spese di psicoterapia è un bonus introdotto con il decreto legge del 30 dicembre 2021, n. 228 poi convertito in legge. Il sussidio è nato con l’obiettivo di fornire ai cittadini un ulteriore mezzo per uscire dalla pandemia, ma non solo. Il periodo dell’emergenza sanitaria ha caratterizzato un momento di forte stress per gli italiani, non solo per coloro che sono rimasti in casa, ma anche per le categorie che hanno continuato a lavorare in condizioni di emergenza. Dopo la pubblicazione delle graduatorie dell’Inps, però, sembra che qualcosa sia andato storto.
Il bonus psicologo è un sostegno nato per tutti i cittadini residenti in Italia che ne avessero fatto richiesta. Alla base del progetto c’è stata una lunga discussione politica che ha posto l’attenzione sui numerosi traumi riportati a seguito della pandemia. Ansia, stress, depressione sono solo alcuni dei malesseri che si sono diffusi durante il periodo di reclusione che ha visto una parte di cittadini rinchiusi in casa e isolati dalle loro famiglie, e l’altra parte al lavoro in una situazione di emergenza. Medici, infermieri, operatori sanitari, impiegati dei supermercati e delle farmacie hanno continuato a offrire le loro prestazioni in un momento particolarmente delicato per tutto il mondo.
Il bonus è stato pensato per chiunque fosse in grado di presentare l’Isee mediante la richiesta telematica all’Inps. Il governo ha stanziato un sostegno in base alle fasce di reddito che va dai 200 ai 600 euro complessivi. Una volta pubblicate le graduatorie i beneficiari potranno spendere il sussidio entro 180 giorni e dato che le liste sono state pubblicate a dicembre, l’aiuto sarà spendibile anche nel 2023.
Le domande per accedere al sostegno si potevano presentare da luglio a ottobre e sin da subito sono emersi dei dati sconvolgenti. Un vero e proprio boom di richieste ha rischiato di mandare in tilt il sistema dell’Istituto con oltre 300 mila domande inviate, la maggior parte provenienti da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Probabilmente chi ha messo in piedi questa misura non si sarebbe mai aspettato questi numeri. In totale sono stati stanziati solo 25 milioni, fondi evidentemente insufficienti. I fatti hanno superato le previsioni tanto che un numero sconcertante di domande è stato rifiutato.
Oltre al rifiuto per problemi tecnici o mancata documentazione, alcuni cittadini hanno visto rigettata la loro domanda ma solo in modo provvisorio. Non è chiaro quale sarà la loro sorte ma è probabile che siano rimasti in una sorta di limbo in attesa che altre risorse vengano stanziate. Attualmente alcuni gruppi parlamentari hanno chiesto un incremento, fino a 50 milioni, del sostegno ma nessuna decisione ufficiale è stata ancora presa. Bisogna solo aspettare.
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