Tutto sembrava essere cessato con la fine dell’emergenza sanitaria, ma i dati stanno dimostrando che non è così. L’influenza australiana sta colpendo velocemente anche l’Italia e le previsioni per le prossime settimane non fanno ben sperare.
Le persone che fino a questo momento sono state colpite dall’influenza australiana sono tante ma i numeri sono destinati a salire nelle prossime settimane. I virologi avvertono che il picco potrebbe verificarsi a Natale e, secondo alcuni, se durante le feste non si limitano i festeggiamenti, anche i giorni successivi ai festivi potrebbero essere da bollino rosso. Le fasce maggiormente colpite sono quelle più deboli, i bambini perché ancora privi di anticorpi, e gli anziani.
Le classi degli asili e delle scuole di grado superiore sono sempre più vuote perché il contagio sembra inarrestabile. Una delle caratteristiche principali dell’australiana e la rapidità con cui si sta diffondendo. La durata può variare a seconda dei casi ma nei bambini può arrivare a toccare i 10 giorni e si manifesta con febbre alta, dolore alle ossa, spossatezza e mal di gola. Il problema che molti medici stanno riscontrando nei loro pazienti è l’associazione dell’influenza con altri malanni di stagione.
Che differenze ci sono con il Covid
Gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri in questo periodo sono stati presi d’assalto da pazienti e genitori preoccupati. Coloro che non riescono a incontrare lo specialista si recano direttamente in ospedale mandando in tilt i Pronto Soccorso delle città. Una situazione già vista e già vissuta negli scorsi anni e che tutti pensavano superata. Secondo i dati che gli studiosi stanno analizzando, e in base all’esperienza dei medici, il Covid è ancora in circolo ma i casi di australiana sarebbero di più rispetto al Coronavirus. Non è escluso che un soggetto contragga sia l’uno che l’altra contemporaneamente.
Per escludere il virus che ha causato la pandemia è fondamentale effettuare il tampone e attendere l’esito del test anche perchè sussistono alcune importanti differenze. Il coronavirus provoca la perdita del gusto e dell’olfatto, dati difficili da rilevare in pazienti pediatrici, stanchezza e disturbi gastrointestinali (più comuni nei bambini che negli adulti).
Come trattare l’influenza australiana
Data la velocità di contagio e la possibile aggressività, alla comparsa dei primi sintomi è bene confrontarsi immediatamente con il pediatra. Evitare di esporre i bambini al contagio e lasciarli a casa, è importante per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente. Ma quali sono i medicinali che curano questa influenza? È la domanda che molti genitori preoccupati si stanno chiedendo. Essendo di origine virale non è necessario ricorrere all’antibiotico perché questo agisce solo su infezioni batteriche.
Questo tipo di medicinale va sempre prescritto dal pediatra che valuta anche la posologia e la durata della terapia in base al caso specifico. Se il pediatra dovesse decidere di prescrivere l’antibiotico è per intervenire su alcune complicazione. La somministrazione di antipiretici come il paracetamolo è consigliata solo nel caso in cui la temperatura dovesse arrivare a 38.5°. Ai genitori non resta che prendersi cura dei propri figli tenendoli a casa a caldo e idratarli a sufficienza.
Alcuni medici consigliano anche il vaccino antinfluenzale, una pratica utile soprattutto alle fasce più deboli della popolazione come gli anziani e persone affette da altre malattia. Anche la show girl Belen e la figlia Luna Marì sono state colpite dall’australiana la modella ha rivolto un’annuncio molto importante, soprattutto ai genitori: “Tenete i vostri bambini al sicuro perché gli ospedali sono stracolmi di pazienti”.