L’educazione dei figli passa da una serie di scelte non facili che spesso provocano scontri anche all’interno della stessa famiglia. Dare la paghetta a un bambino è una di quelle scelte discusse che divide e crea schieramenti opposti. Esiste un’età giusta?
I bambini di oggi sembrano essere più fortunati e agiati rispetto alle generazioni passate. C’è chi crede oggi che l’accesso a giochi e oggetti sia molto più semplice e che questo possa influire sulla trasmissione dei valori dalle vecchie alle nuove generazioni. Come spesso accade, però, tutto passa dall’educazione e dal contesto in cui un’azione viene inserita e il patrimonio di valori, se c’è, che viene trasmesso.
Certo è che ogni famiglia fa del proprio meglio per educare i bambini e le intenzioni sono sempre le migliori. A volte l’affetto dei genitori e dei nonni porta a viziare i piccoli di casa senza dare loro la possibilità di rendersi davvero responsabili. La crescita di un bambino verso una maggiore autonomia passa anche dai no. L’ideale sarebbe riuscire a trovare il giusto equilibrio tra concessioni e privazioni.
Esiste un’età adatta per consegnare dei soldi in mano a dei bambini? Sicuramente coincide con il periodo delle prime uscite con gli amici. Questo processo si verifica verso gli 11,12 anni quando i quasi ragazzi preferiscono trascorrere i pomeriggi in compagnia dei compagni di classe piuttosto che con i genitori. Una fase inevitabile a cui tutte le mamme e i papà si trovano a dover fare i conti.
La paghetta può rappresentare uno strumento utile per i nostri figli? Anticipare troppo i tempi potrebbe non avere senso perché il bambino piccolo non comprenderebbe, né il valore del gesto, né quello del denaro.
Concedere la paghetta ai propri figli è un gesto che ne cela dietro molti altri, sicuramente più importanti. In primis la fiducia nel loro senso di responsabilità. L’educazione dei bambini e dei giovani ha subìto numerosi passi avanti negli ultimi anni, per questo è importante educare i propri figli senza restare legati a vecchi retaggi e a ideologie che oggi non trovano più una logica. Quello che vale per la paghetta, ovviamente, può essere esteso a molte altre questioni che riguardano la trasmissione dei valori, perché alla fine il discorso principale deve puntare proprio a quello, i valori.
Fiducia e senso di responsabilità ma anche una maggiore autonomia sono gli aspetti principali che si legano indissolubilmente alla paghetta. Prima di elargire una somma in denaro ai vostri figli è necessario fare un processo propedeutico che passa dall’educazione al valore dei soldi. In quest’ottica la paghetta diventa un ulteriore strumento educativo in mano ai genitori. Coinvolgere i bambini negli acquisti domestici aiuta a trasmettere loro il senso del denaro e a compiere delle scelte mosse dalla necessità. Un percorso compiuto insieme a loro che evita lo scontro e insegna anche ai più giovani il senso delle cose. Secondo questa visione la risposta alla domanda è sicuramente affermativa.
Diversamente, concedere dei soldi solo per evitare di ricevere delle richieste giornaliere è un atteggiamento sbagliato. In questo caso il comportamento viene privato dell’intento educativo oltre che della comunicazione. Quindi se alla base della paghetta ci sta un pensiero del genere, la risposta non può che essere negativa.
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