Il momento della dissoluzione di un legame d’amore è sempre molto difficile ed è in questa fase che gli ex membri della coppia possono dare il peggio di sé. I problemi maggiori, però, insorgono quando i due membri della coppia “scoppiata” sono anche genitori. Cerchiamo, dunque, di capire meglio quali sono i pericoli per i bambini che si trovano a far parte di un nucleo familiare in dissoluzione caratterizzato da forti scontri tra i due separandi.
Lasciare andare una persona con la quale si è condiviso un percorso di vita, seppur breve, e fatto dei progetti assieme anche a lungo termine non è mai facile. Dividersi quando si è stata una coppia significa subire il crollo di qualcosa in cui si è creduto fortemente e nella quale si sono riposte molte delle nostre energie.
PAS e Mediazione Familiare PiccoloBimbo,itIn questo contesto non è facile mantenere la propria lucidità e spesso gli adulti, indipendentemente che la loro separazione sia dovuta all’intrusione nel loro legame di una terza persona, tornano a essere bambini adottando atteggiamenti che non sono adatti alla dissoluzione di un legame importante come è quello di una coppia di genitori, come spiegano gli esperti. Questo è un atteggiamento che i coniugi in separazione spesso tendono ad assumere arrivando persino a farsi dispetti pur di far del male all’altro che un tempo hanno tanto amato perché feriti dalla dissoluzione di quello che è stato il loro legame d’amore.
La situazione diventa ancora più complicata se i protagonisti di questa dissoluzione sono genitori. Nel caso, infatti, di una separazione caratterizzata da forti contrasti, i minori del nucleo familiare in questione corrono anche il rischio di essere colpiti dalla PAS, ovvero dalla Sindrome di alienazione parentale. Se un tempo, per arginare i rischi dovuti a questa situazione, venivano subito allertati i servizi sociali che potevano anche scegliere di allontanare il minore dalla casa domiciliare e dai genitori in lite per un certo periodo e di affidarlo a una Casa Famiglia, oggi esiste uno strumento normativo alternativo per fronteggiare queste situazioni che si chiama Mediazione familiare. Vediamo meglio di cosa stiamo parlando.
Sindrome di alienazione genitoriale: un’arma a doppio taglio di distruzione dei figli
La Pas anche chiamata Sindrome da alienazione genitoriale è uno di quei disagi psicologi che, secondo una teoria controversa del medico statunitense Richard Garner, può verificarsi in un minore che si trovi coinvolto nella separazione del proprio nucleo familiare, se la dissoluzione di questo legame è molto difficile. Uno degli errori più grandi che può fare un genitore che si trovi a dover fronteggiare questo delicato momento della sua vita di coppia è quello di dimenticare di essere un genitore prima che un adulto.
In quanto genitore, il compito primario di un adulto diventa quindi tutelare la propria prole da qualsiasi cosa possa in qualche modo danneggiarla. Ed è in questa ottica che entrambi i genitori non devono mai osare diffamare o calunniare l’ex davanti ai loro figli. L’unico risultato di questo atteggiamento sarà, infatti, solo creare una grande confusione nel minore che potrebbe sentirsi abbandonato dai genitori e perdere le sue figure fondamentali di riferimento e quindi cadere in mano a disagi giovanili come droga o altro. Comunque sia, il genitore che diffama o denigra l’altro genitore agli occhi del figlio per la paura di perderlo durante la separazione dall’ex coniuge sta causando un grande dolore al minore che, anche se verrà soccorso da altre figure allargate del nucleo familiare come i nonni, perderà comunque fiducia in primis nel genitore denigrato ma nel corso del tempo, crescendo e capendo la verità, anche nel genitore denigrato finendo per sentirsi solo al mondo e tradito.
Mediazione familiare per contrastare la PAS sul nascere
È in questo contesto che il procedimento di Mediazione Familiare svolto da un professionista del settore, altamente qualificato e competente, svolge un ruolo primario nel contrasto alla PAS. I genitori, infatti, sono chiamati davanti a un mediatore familiare a parlarsi per cercare un accordo comune per lasciarsi in buoni rapporti ed avere l’affidamento condiviso dei figli garantendo alla loro prole i minori risvolti negativi di questa dissoluzione del loro legame amoroso.
Questo è un procedimento extragiudiziale che viene fatto in sospensione di un procedimento legale di divorzio, in un contesto neutrale. Un altro pregio di questa procedura extragiudiziale è che permette di accorciare notevolmente il tempo del divorzio rispetto a quelli stabiliti dalla giustizia e, inoltre, siccome l’accordo stabilito tra i coniugi durante la mediazione familiare è stato trovato da loro in prima persona, questo fa si che sia più soddisfacente e di più lunga durata.
Occorre però fare un’ultima precisazione: la mediazione familiare è un procedimento diverso dalla terapia familiare e dalla psicologia di coppia. Perché una mediazione familiare abbia successo, oltre che un bravo mediatore familiare, occorre che gli ex coniugi che decidono di intraprendere questo percorso siano consapevoli che stanno iniziando un procedimento consensuale per lasciarsi in buoni rapporti e non per ricucire il loro legame o per incolpare qualcuno dei due della fine della loro relazione. Anche in questo caso, gli adulti devono quindi fare gli adulti seguendo la loro parte razionale e non quella emotiva e, quando sono genitori, non smettere mai di esserlo.