“T’ha sarvato Santa Pupa”, il detto che spesso viene ripetuto ai bambini è di origine romana, quindi immaginate di sentirlo pronunciare con l’accento tipico della Capitale. Ma vi siete mai detti da dove proviene questo curioso modo di dire e chi sia veramente questa santa?
Quando si ha a che fare con i bambini capita spesso di incappare in luoghi comuni o in detti che fanno parte di retaggi culturali antichi: “Lo dico all’uomo nero”, “arriva il lupo cattivo”, “se dici le bugie ti diventa il naso lungo”, queste sono solo alcune delle frasi già fatte che un genitore utilizza per convincer i propri figli a fare, o a non fare qualcosa. Molte di queste prendono aspirazione da detti popolari e antiche credenze come l’immagine dell’uomo nero.
Altre vengono riprese da canzoni per bambini o favole a loro dedicate, il naso che si allunga per le bugie dette è chiaramente presa da Pinocchio. Il detto che chiama in causa Santa Pupa ha origini antiche, ma sembra che queste non siano legate a retaggi cristiani piuttosto a detti e usanze linguistiche popolari. A lei sarebbero stati pubblicati anche dei versi poetici scritti e pubblicati in dialetto romano.
I bambini, soprattutto quelli più vivaci, spesso si mettono nei guai facendo salire il livello di ansia dei genitori. Il loro volere esplorare il mondo a tutti i costi, pur non possedendo i mezzi necessari, li porta a non fermarsi neanche davanti al pericolo. E così si assiste quasi inermi a salti, capriole, nascondigli impensabili e corse interminabili, azioni che compiono sia in casa che all’aperto. Mettersi nei pasticci è davvero facile e le possibilità di farsi male sono tante. Quando un bambino che si è messo nei pasticci riesce, nonostante tutto a cavarsela si chiama in causa la santa: “Meno male che c’è Santa Pupa”, oppure, “É grazie a Santa Pupa”. Sarà lei la protettrice dei bambini?
I motivi per i quali un bambino può mettersi nei pasticci sono numerosi, un genitore potrebbe elencare una lunga lista. Nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli estremamente curiosi con molta voglia di conoscere gli spazi che li circondando. Il problema di base risiede nel loro essere inconsapevoli dei reali rischi, ma anche i capitomboli e le botte fanno parte del percorso di crescita. Mamma e papà possono solo limitare i danni, per il resto si invocano i santi.
Sembra che la Santa spesso invocata da genitori e nonni non sia mai esistita; il suo nome, che effettivamente sembra essere un po’ strano per una santa, non è mai apparso nei testi religiosi. Ma allora qual è l’origine di questa invenzione? Quando si tratta di tradizioni popolari non è mai semplice risalire alle origini certe perché non esiste alcuna codifica scritta. In questo caso sembra che il nome della Santa, e così la sua figura, sia da collegare al termine ‘pupo’ nel suo significato di bambino. Ma questa è solo una delle possibili interpretazioni.
Una protettrice popolare dei bambini che deve le sue origini a credenze pagani; il vero santo protettore dei più piccoli è San Nicola che presto verrà celebrato. L’unico testo di riferimento che ha reso famosa la Santa è una poesia a lei dedicata scritta dal poeta Giocchino Belli, voce del popolo romano. L’autore romano le avrebbe dedicato alcuni versipubblicati nella prima metà del 1800 e una delle caratteristiche principali che si possono ricondurre all’artista è l’utilizzo del dialetto.
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