“Cosa vuoi fare da grande?, L’influencer”! A immaginarla qualche anno sarebbe sembrato tutto assurdo, oggi fare l’influencer è diventata una vera e propria professione. Ma chi sono gli aspiranti creatori digitali? E perché decidono di intraprendere questo cammino?
Molti di coloro che sperano di diventare influencer sono giovanissimi, sono loro che affollano le pagine dei social network e soprattutto di Tik Tok. Per loro tutto si trasforma in un contenuto potenzialmente condivisibile, ma c’è una categoria di persone, già adulte, che spera di sbancare sui social network: le mamme. Viene da chiedersi perchè?
Youtube, Instagram e Tik Tok sono le nuove aziende in cui lavorare e non negli uffici, ma sulla piattaforma. Se avete intenzione di diventare un influencer dovete aprire un profilo business su tutte e tre le piattaforme ed essere costantemente online. La maggior parte dei profitti arriva da Youtube, seguito da Instagram e Tik Tok, quindi anche se siete vicino agli ‘anta’ e la vostra attività si svolge principalmente online, dovrete obbligatoriamente aggiornarvi.
Un influencer crea attorno al suo personaggio digitale una community di persone che fidelizza, questa strategia permette in un secondo momento di vendere prodotti, libri o semplicemente di appunto influenzare i follower verso determinati comportamenti. Contrariamente a quanto si possa pensare, per raggiungere determinati risultati è necessario dedicare tanto tempo a questa attività e, va detto, che dietro ogni influencer ci sta dietro un’agenzia o un gruppo di professionisti. Come in tutte le attività i compromessi da fare sono tanti, c’è chi crea una comunità parlando e raccontando della propria vita privata.
Le mamme, e in generale i genitori influencer sono numerosi e di questo aspetto, a tratti estremamente privato, hanno fatto un vero lavoro. Molti decidono di intraprendere questa strada pensando di potere trascorrere molto più tempo con i loro figli senza accorgersi che spesso capita il contrario, i figli e la famiglia diventano parte del racconto e quindi del lavoro.
C’è chi spera in collaborazioni con case che producono prodotti o servizi destinati alla prima infanzia, un modo per abbattere i costi su pannolini, detergenti, abiti e organizzazione di eventi. Questo si può trasformare in realtà ma è tutta una questione di marketing. Ma non è tutto qua, i contenuti con i bambini sono quelli che riscuoto maggiore successo e aiutano ad aumentare le visualizzazioni quindi ad aumentare il valore economico di un profilo.
Gli influencer guadagnano in base alla categoria cui appartengono e ogni piattaforma possiede dei tariffari differenti. Le categorie vengono suddivise e distinte in base al numero di follower raggiunti: i nano influencer (dai 10k ai 50k) su Facebook guadagno da 0 a 150 euro a post; da 100 a 250 euro per post su Instagram e lo stesso tariffario vale per Tik Tok; ma è su Youtube che le cose cambiano radicalmente. Sulla piattaforma un nano influencer con una copertura di raggiunti dai 3k ai 5k si arriva a guadagnare fino a 1.500 euro per post.
Una regola vale per tutti, oltre ai follower l’influencer o content creator deve essere in grado di creare un engagement che va dallo 0,3% al 23 %. Questa sono le percentuali dei nano-influencer, ma vanno ad aumentare in base al profilo professionale. Il massimo raggiunto da un celebrity (5m di follower circa) corrisponde a un compenso che varia dai 30.000 agli 80 mila, su Youtube con un engagement del 4%. A un libero professionista o a un impiegato questi possono sembrare dei tariffari esorbitanti, ma per arrivare a ricoprire un numero tale di persone è necessario mettere su un lavoro strategico di comunicazione digitale di un certo spessore. I dati riportati sono stati diffusi da DaRev.
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