A che età cominciano a parlare i bambini? E quando a camminare? I bambini sviluppano tutte le stesse capacità che li faranno diventare persone autonome e indipendenti, ma ognuno lo fa con tempi diversi. Ecco cosa non fare.
Capita di frequente che un genitore metta a confronto il proprio figlio con altri bambini notando delle differenze notevoli: “Mio figlio ancora non parla”, oppure “Mio figlio ancora non cammina”. Queste sono frasi che spesso si sentono dire a genitori che si confrontano sulle capacità sviluppate dai loro figli, una delle conseguenze è di trasferire ansia e frustrazione ai bambini.
Tutti i bambini sviluppano le stesse capacità solo che lo fanno con tempi e modalità differenti; c’è chi impara a camminare e a muoversi in autonomia prima rispetto agli altri e chi inizia a parlare più tardi escogitando dei metodi del tutto personali per farsi capire. Va detto che i bambini piccoli vengono sottoposti a delle visite pediatriche periodiche e, fino a quando il medico non rileva qualcosa di preoccupante, non c’è motivo di allarmarsi. Per le mamme e per i papà non è sempre così.
Cose da non fare per favorire il linguaggio di tuo figlio
I bambini cominciano a pronunciare le prime parole tra i 18 e i 20 mesi per poi imparare, piano piano, a costruire le prime frasi. Questo avviene intorno ai 2 anni, per iniziare a fare delle conversazioni con i vostri figli dovrete attendere fino ai 3 anni quando il loro vocabolario sarà più ricco, quindi non temete e abbiate pazienza. Se vostro figlio rientra in queste fasce di età e ancora non parla, e soprattutto il medico non ha rilevato niente di anomalo, ecco cosa non dovete fare per favorire il linguaggio:
- non chiedere di ripetere: è un esercizio privo di senso che priva la comunicazione del piacere di interagire che può trasferire al piccolo ansia e frustrazione;
- non parlare velocemente: impedisce al bambino di comprendere come si articolano le parole e i movimenti corretti;
- non finire le sue frasi: anticipare i suoi bisogni non favorisce la comunicazione;
- non fingere di non capire: il bambino potrebbe rinunciare a voler comunicare con voi;
- non assillarlo con domande tipo “cos’è?” “come si chiama?”: parlare è un atto comunicativo di condivisione, è raccontare e interagire.
Il. vademecum appena illustrato viene direttamente da una professionista della comunicazione, la logopedista Silvia Lusetti che in un breve video Tik Tok offre ai genitori alcuni spunti di riflessione sugli atteggiamenti da assumere nei confronti dei più piccoli.
@logopedista.it Per favorire il linguaggio del tuo bimbo NON… ♬ Pieces (Solo Piano Version) – Danilo Stankovic