In California un bambino di 7 anni sarebbe morto a causa del metapneumovirus che si sarebbe presentato come un banale influenza. Difficile capire cosa sia realmente successo, ma ecco cosa c’è da sapere sul virus.
Una vicenda il cui epilogo è stato tragico ha acceso i riflettori su un virus che causa infezioni alle vie respiratorie, il metapneumovirus. Il livello di attenzione si è alzato dopo la notizia di un bambino di 7 anni morto in California dopo averlo contratto. Pare che la piccola vittima soffrisse di altre patologie che coinvolgevano le vie respiratorie, ma non siamo in grado di dire se il decesso e il contagio del virus siano collegati.
Abbiamo pensato di approfondire l’argomento distaccandoci dal caso di cronaca che sarebbe troppo complicato e difficile verificare. Per farlo ci siamo affidati alle fonti autorevoli e scientifiche che citeremo in modo da non creare allarmismi e fornire un’informazione chiara, soprattutto ai genitori preoccupati dopo avere ascoltato o letto la notizia.
Tornare a parlare di virus proprio ora che il Paese, e il resto del mondo, sta provando a uscire definitivamente dalla pandemia non è semplice. Per questo motivo è giusto affrontare il discorso con responsabilità fornendo le giuste informazioni. Il metapneumovirus potrebbe essere stato contratto dal bambino di 7 anni deceduto dopo quella che sembrava una banale influenza.
Il metapneumovirus umano si trasmette per via aerea o attraverso il contatto di superfici contaminate e, insieme al virus respiratorio sinciziale – molto diffuso e contagioso è una delle principali causa di bronchioliti -, è una delle cause maggiormente diffuse delle infezioni delle vie aeree dei bambini; il virus può essere contratto a qualsiasi età. Tra i sintomi più comuni vi sono i dolori muscolari, il naso che cola, la febbre alta e la fatica a respirare. Il virus può provocare bronchiolite, aggravare l’asma, otite e sintomi simili a quelli dell’influenza. La gravità può variare in base ai soggetti e la diagnosi deve essere fatta dal medico a seguito di un controllo, così come la terapia deve essere prescritta da uno specialista.
Secondo quanto riportato dal sito ufficiale dell’Humanitas al momento non esistono dei vaccini né una cura standardizzata: “Alcuni studi suggeriscono che la ribavirina, una molecola dotata di un’attività antivirale ad ampio spettro (cioè efficace contro molti virus), potrebbe essere efficace anche nel trattamento delle infezioni associate a questo microbo, sembra che la ribovirina possa ridurre la replicazione del virus nei polmoni e l’infiammazione a livello polmonare“.
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